I Cinquecontisti - Marchi (RP4)

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ovvero la ingannevole teorica che viene insegnata negli istituti tecnici del regno e fuori del regno intorno il sistema di scrittura a partita doppia e nuovo saggio per la facile intelligenza ed applicazione di quel sistema.
Autore: 
Francesco Marchi
Presentazione di: 
Stefano Coronella
ISBN: 
978-88-96004-83-8
Nome della Collana: 
Volume n°: 
4
Anno di pubblicazione: 
2012
Numero pagine: 
207
Prezzo: €40,00
€40,00

… il primo, e più importante, tra i lavori di Francesco Marchi è questo volume sottotitolato “... ovvero la ingannevole teorica che viene insegnata negli istituti tecnici  del regno e fuori del regno intorno il sistema di scrittura a partita doppia, e nuovo saggio  per la facile intelligenza ed applicazione di quel sistema” pubblicato dalla tipografia Giachetti di Prato nel 1867, che oggi ristampiamo…  Con il XVII secolo si chiude la lunga parentesi di predominio culturale italiano nel mondo in materia di contabilità e termina il periodo più florido della ragioneria rinascimentale italiana. Tale declino – soprattutto in termini di originalità – degli studi contabili, è stato senza dubbio suscitato anche dalla divisione politica e dalla difficile situazione economica dell’Italia, la quale ha consentito l’invasione culturale straniera ed in particolare, nella prima metà del XIX secolo, dei cosiddetti “cinquecentisti” francesi capitanati da Edmond Degrange. Il Degrange giunse a basare tutta la contabilità su “cinque conti generali” intestati al titolare dell’azienda: merci, cassa, effetti da esigere, effetti da pagare, perdite e profitti. Il successo dell’opera di Degrange - ristampata in decine di edizioni - e dei “cinquecontisti”  fu dilagante non solo in Francia ma anche in molti altri Paesi, fra cui l’Italia. Ciò, anzitutto, per l’estrema semplicità nella tenuta delle scritture contabili che discendeva dall’applicazione di tale teorica.  Soltanto nella seconda metà dell’ottocento i nostri studiosi sono riusciti a ridare all’Italia il proprio ruolo trainante e a confutare le teoriche estere.  E questa “spinta”, senza dubbio suscitata dall’unità d’Italia e quindi da un nuovo e forte spirito patriottico, partì proprio da Francesco Marchi.